domenica 15 aprile 2012

DIZIONARIO DI FISICA MODERNA (R - Z)

Particelle del Modello Standard e particelle supersimmmetriche


R

RADIAZIONE
Fenomeno di emissione e propagazione di energia secondo raggi che costituiscono il percorso di corpuscoli (radiazione corpuscolare o materiale) o la direzione di onde (radiazione ondulatoria). Le radiazioni ondulatorie sono dette luminose, elettromagnetiche o sonore a seconda del tipo di onda considerata. Le radiazioni corpuscolari sono dette radiazioni α, β o γ a seconda che i corpuscoli emessi siano particelle α, ossia nuclei di elio, β, ossia elettroni, o γ, ossia fotoni. La radiazione cosmica è composta da due parti, una proveniente direttamente dagli spazi extraterrestri, radiazione cosmica primaria, e l'altra originata dai processi di interazione di quella primaria con le particelle dell'atmosfera terrestre, radiazione cosmica secondaria. Con altro significato, la radiazione cosmica di fondo rappresenta la radiazione elettromagnetica isotropa e diffusa uniformemente nell'universo, corrispondente alla radiazione emessa da un corpo nero alla temperatura caratteristica di 2.7 kelvin, osservabile nella banda spettrale delle radioonde e che, secondo le teorie cosmologiche correnti, costituirebbe il residuo della radiazione elettromagnetica emessa nel corso del big bang: quest'ultima, inizialmente caratterizzata da una temperatura di centinaia di milioni di kelvin, si sarebbe successivamente raffreddata in seguito all'espansione dell'universo con conseguente diminuzione della frequenza caratteristica. Invece la radiazione solare descrive l'insieme delle radiazioni elettromagnetiche emesse dal Sole, il cui spettro caratteristico è analogo a quello di un corpo nero alla temperatura di 6000 kelvin: nell'investire la Terra, in parte viene riflessa, diffusa e assorbita dall'atmosfera e dalle nubi, in parte (circa il 50%) raggiunge la superficie terrestre.

RADIOATTIVITA'
Emissione di radiazioni ionizzanti, corpuscolari ed elettromagnetiche, da parte di nuclei atomici instabili, nuclei radioattivi, che subiscono una modificazione strutturale (decadimento radioattivo) trasformandosi, in genere, in un nucleo diverso: in particolare si hanno la radioattività naturale e quella indotta, o artificiale, a seconda che sia una proprietà spontanea dei nuclei o sia stata provocata per mezzo di qualche reazione nucleare. Secondo il tipo delle radiazioni emesse si distinguono sei tipi di radioattività naturale o di decadimento radioattivo: radioattività α, in cui viene emessa una particella α, cioè un nucleo di elio; radioattività β, negativa o positiva, in cui vengono emessi, rispettivamente, un elettrone o un positrone; radioattività per cattura elettronica, in cui il nucleo cattura un elettrone appartenente ai livelli energetici più bassi, e la trasformazione si manifesta con l'emissione di raggi X dovuti al riassestamento della struttura elettronica; radioattività γ, in cui vengono emessi raggi gamma, ossia fotoni; radioattività per conversione interna, in cui il fotone emesso interagisce con un elettrone della struttura atomica, espellendolo.

RELATIVITA'
In fisica, genericamente, si parla di relatività quando talune proprietà o grandezze che caratterizzano un ente fisico sono definibili, e assumono quindi significati e valori univoci, solo se si è convenzionalmente fissato un criterio di riferimento (per esempio, un sistema di coordinate), cosicché tali significati e tali valori non possono essere considerati assoluti (indipendenti cioè dal sistema di riferimento adottato) e inerenti all'ente fisico stesso, ma vanno al contrario concepiti come relativi, in quanto variano se il sistema di riferimento viene, per una qualsiasi ragione, cambiato. Con significato specifico, il termine è usato quando l'invarianza di alcune leggi fisiche sotto particolari trasformazioni del sistema di riferimento implica l'assenza di un sistema di riferimento privilegiato per lo studio dei fenomeni governati da quelle leggi. In particolare, il principio di relatività galileiana, basato sull'invarianza delle leggi della meccanica espresse in sistemi di riferimento i cui moti relativi siano rettilinei e uniformi (riferimenti inerziali), nega l'esistenza di fenomeni meccanici che possano determinare un riferimento inerziale privilegiato rispetto al quale siano individuabili stati di moto o di quiete assoluti. Il principio di relatività einsteiniana esclude l'esistenza di un riferimento inerziale privilegiato (che le teorie precedenti identificavano con il riferimento di quiete dell'etere) anche per quanto riguarda i fenomeni elettromagnetici (le cui leggi sono invarianti per trasformazioni di Lorentz tra riferimenti inerziali) e, assieme al postulato dell'indipendenza della velocità della luce dallo stato di moto della sorgente che la emette, è stato posto da Einstein a fondamento della teoria della relatività ristretta (o speciale), dalla quale discendono la costanza della velocità della luce in ogni sistema di riferimento, la relatività della contemporaneità (o della simultaneità), la dilatazione relativistica del tempo, la contrazione relativistica delle lunghezze, l'equivalenza tra massa ed energia. La teoria della relatività generale, successivamente formulata dallo stesso Einstein, estende il principio di relatività a sistemi di riferimento accelerati tra loro (riferimenti non inerziali) e, in base all'identità tra massa inerziale e massa gravitazionale, ipotizza l'equivalenza tra tali riferimenti e i campi gravitazionali, il che porta a considerare il campo gravitazionale come una deformazione (curvatura) della geometria dello spazio-tempo, che non va quindi considerata una proprietà intrinseca e a priori dello spazio e del tempo, e risulta invece determinata dai fenomeni fisici che vi si svolgono.

RINORMALIZZAZIONE
Nell'elettrodinamica quantistica, procedimento di calcolo mediante il quale le divergenze (i termini infiniti) che compaiono nello sviluppo perturbativo della teoria possono essere riassorbite in una nuova definizione della massa e della carica dell'elettrone (dette quindi massa e carica rinormalizzate), dando luogo a risultati finiti (e quindi dotati di senso fisico) per le probabilità di interazione tra le particelle e il campo. Per estensione, qualunque ridefinizione di grandezze fisiche misurabili che renda finito lo sviluppo perturbativo di una teoria quantistica dei campi.

RISONANZA
In fisica nucleare, si parla di risonanza in processi nucleari quando la sezione d'urto del processo assume valori di picco per determinati valori dell'energia delle particelle in gioco. Per estensione le risonanze nucleari rappresentano stati eccitati in condizioni di risonanza di nuclei e mesoni, classificabili come particelle ad interazione forte e vita media brevissima, dell'ordine di 10-23 s. 

ROTONE
Denominazione del quanto di energia relativo a un moto rotatorio quantizzato, che interviene, accanto al fonone, nella descrizione delle forme di eccitazione elementare dei fluidi.

S

SAPORE
In fisica delle particelle elementari, uno dei numeri quantici che distinguono i quark.

SCALARE (PARTICELLA)
In fisica delle particelle, sono dette scalari le particelle di spin nullo e parità positiva, come i pioni, in quanto la loro funzione d'onda quantistica è definita da una sola componente, e costituisce quindi un campo scalare (se la parità è negativa, le particelle sono dette pseudoscalari).

SCAMBIO (FORZA DI)
Le forze di scambio, in fisica atomica, quelle derivanti dalla possibilità, di natura tipicamente quantistica, che hanno due elettroni di un sistema atomico di scambiarsi le rispettive posizioni, e che intervengono nella teoria quantistica dei legami chimici, del ferromagnetismo, ecc. Analoghe forze dovute allo scambio tra nucleoni intervengono nello studio dell'energia di legame nucleare.

SCATTERING
In fisica delle particelle elementari, il termine ha il significato specifico di interazione tra due particelle in moto una rispetto all'altra, che ne provoca la deviazione dalla loro linea di volo. L'angolo di scattering è l'angolo formato dalla direzione della particella uscente rispetto alla direzione iniziale. Gli esperimenti di scattering sono quelli nei quali si studia l'interazione tra due particelle inviando un fascio di particelle del primo tipo su un bersaglio costituito almeno in parte da particelle del secondo tipo e misurando la distribuzione in angolo ed energia delle particelle diffuse a causa dell'interazione. Lo scattering elastico è quello nel quale l'energia cinetica totale si conserva. Lo scattering anelastico, invece, è quello nel quale parte dell'energia cinetica iniziale è spesa nell'eccitazione di una o di entrambe le particelle, modificandone la massa invariante. Lo scattering profondamente anelastico è quello nel quale una delle due particelle si frammenta nei suoi componenti: è questa la tipica reazione con la quale si può studiare la struttura a partoni degli adroni. Lo scattering coulombiano è quello a cui è soggetta una particella carica che viene deviata dal campo elettrico, che è un campo coulombiano, di un atomo: è detto poi scattering multiplo il fenomeno per cui la particella, attraversando uno strato finito di materiale e subendo un grande numero di tali processi, all'uscita dello strato non si trova più sulla linea di volo iniziale. La matrice di scattering, o matrice S, rappresenta la matrice che descrive completamente una reazione di scattering tra due particelle, esprimendo ciascun elemento di essa l'ampiezza di probabilità che uno dei possibili stati iniziali delle due particelle, libere prima dell'interazione, dia luogo a uno dei possibili stati finali di particelle libere dopo l'interazione: questo approccio permette di ricondurre l'analisi quantistica di interazioni, per le quali non si disponga di una soddisfacente teoria di campo, a quella dello stato iniziale e finale, che sono di fatto quelli determinati e osservati in un esperimento, che possono essere trattati con la teoria quantistica dei campi non interagenti.

SCHERMATURA (EFFETTO DI)
In fisica atomica, l'effetto di schermatura è quello esercitato dagli elettroni più interni di un atomo sul campo coulombiano del nucleo.

SCIAME
In fisica delle particelle elementari, è detto sciame, o cascata, il processo di moltiplicazione a cui dà luogo una particella di energia sufficientemente elevata, detta primaria, quando attraversa uno spessore di materiale molto maggiore della lunghezza media percorsa dalla particella prima di interagire: le particelle prodotte nelle interazioni successive, dette secondarie, interagiscono a loro volta, per cui l'energia del primario si ripartisce tra tutte le particelle secondarie: la rivelazione di un segnale proporzionale al numero di queste, o al cammino totale percorso, o all'energia depositata nel materiale, permette di misurare l'energia iniziale, per cui il fenomeno è alla base di molti rivelatori, detti «calorimetri», poiché la misurazione di energia tramite un processo di degradazione di essa ricorda i calorimetri usati in termologia.

SELETTRONE
In fisica delle particelle, ipotetica particella che rappresenta il partner supersimmetrico di spin zero dell'elettrone.

SELEZIONE (REGOLA DI)
Con regola di selezione s'intende ogni regola che limiti la possibilità di una transizione tra stati di un sistema atomico, molecolare, nucleare o subnucleare; poiché le transizioni corrispondono a variazioni dei numeri quantici del sistema, le regole di selezione si esprimono in genere indicando le variazioni permesse di tali numeri quantici.

SEMICONDUTTORE
Materiale che presenta, rispetto alla conduzione elettrica, un comportamento intermedio tra quello degli isolanti e quello dei conduttori; la conduttività di un mezzo dipende dalla struttura a bande degli stati energetici degli elettroni: nei semiconduttori intrinseci, o puri, la banda di valenza e la banda di conduzione sono separate da un'energia comparabile con quella dovuta all'agitazione termica degli elettroni, per cui un elettrone di valenza può passare nella banda di conduzione, lasciando un vuoto, o lacuna, nella banda di valenza: sia l'elettrone sia la lacuna si possono spostare sotto l'effetto di un campo elettrico, contribuendo al passaggio di corrente nel mezzo, per cui il numero dei portatori negativi è uguale a quello dei portatori positivi; semiconduttori drogati, detti anche estrinseci, quelli in cui sono inserite impurezze costituite da atomi aventi nella banda di valenza un elettrone in eccesso o in difetto rispetto agli atomi della sostanza di base. I semiconduttori in cui le impurezze, dette in questo caso donatori, aggiungono elettroni, per cui la corrente è costituita principalmente da cariche negative, sono detti di tipo n, quelli in cui le impurezze, dette accettori, aggiungono lacune, per cui la corrente è costituita da cariche positive, sono detti di tipo p; in una giunzione tra uno strato n e uno strato p, la differenza tra la natura delle cariche di conduzione dei due strati dà origine a comportamenti di conduzione diversi a seconda del verso di passaggio della corrente (diodo). Queste proprietà della giunzione sono all'origine di tutti i dispositivi a semiconduttori (diodi, transistor, ecc.) impiegati nell'elettronica moderna.

SEMILEPTONICO (PROCESSO)
In fisica delle particelle elementari, detto di quei processi governati da interazioni deboli in cui intervengono sia leptoni, cioè particelle a interazione debole, sia adroni, cioè particelle a interazione forte; per esempio, i decadimenti semileptonici delle particelle strane.

SERIE (SPETTROSCOPICA)
In spettroscopia, serie spettroscopica o spettrale è la sequenza delle righe di uno spettro atomico: la prima serie osservata (nel 1885) è costituita dalla sequenza delle righe emesse dall'atomo di idrogeno nella regione del visibile, ed è detta serie di Balmer, dal nome del suo scopritore, il fisico Balmer. Altre serie dell'idrogeno sono la serie di Lyman nella regione dell'ultravioletto, la serie di Paschen nella regione dell'infrarosso, ecc; tutte queste serie corrispondono a transizioni atomiche in cui varia il numero quantico principale (ossia quello che identifica il valore dell'energia dello stato atomico). Le serie successivamente osservate nelle varie sostanze vennero classificate, a seconda delle caratteristiche spettroscopiche delle righe, in serie nette o s (sharp), serie principali o p, serie diffuse o d, serie fondamentali o f; queste classificazioni possono essere ricondotte ai diversi valori dei numeri quantici orbitali, quelli associati al valore del momento angolare, per cui la nomenclatura spettroscopica è passata a identificare direttamente gli stati quantici caratterizzati da tali numeri: così gli stati s corrispondono al valore 0 del numero quantico orbitale, gli stati p al valore 1, gli stati d al valore 2, ecc.

SEZIONE (D'URTO)
Con significato specifico, in fisica, la sezione d'urto rappresenta una grandezza, avente le dimensioni fisiche di una superficie, che determina la probabilità di una particella di interagire attraverso una determinata interazione con un'altra particella; in maniera analoga si introducono la sezione di cattura, la sezione di diffusione, ecc, che determinano le probabilità dei relativi processi.

SHELL
Termine usato in fisica atomica quantistica per indicare l'insieme degli elettroni di un atomo che hanno il medesimo numero quantico principale.

SIMMETRIA
In fisica, si parla di simmetria tutte le volte che una trasformazione, per esempio del sistema di riferimento, lascia invariate certe grandezze o proprietà fisiche, mentre si parla al contrario di violazione della simmetria quando si incontrano grandezze o proprietà non invarianti sotto la stessa trasformazione; la simmetria per rotazione e per traslazione descrivono l'invarianza delle leggi fisiche per rotazione o traslazione del sistema di riferimento. La simmetria per inversione del tempo, o simmetria temporale, detta anche simmetria T, descrive l'invarianza di una legge fisica per inversione del segno della coordinata temporale: le leggi della meccanica sono simmetriche rispetto al tempo, ma non lo sono, per esempio, quelle della termodinamica. La simmetria per inversione della parità spaziale, detta simmetria P, rappresenta l'invarianza di una legge fisica per riflessione delle coordinate spaziali, violata dalle interazioni deboli. La simmetria per coniugazione di carica, detta simmetria C, è l'invarianza del comportamento di un sistema sotto lo scambio di tutte le particelle con le corrispondenti antiparticelle. In meccanica quantistica si possono considerare simmetrie sotto trasformazioni di qualunque numero quantico: particelle che differiscono tra loro per il valore di questo numero quantico si possono considerare come componenti di un unico multipletto e possono essere trasformate l'una nell'altra attraverso rotazioni in uno spazio astratto o «interno» alle particelle, per cui si parla di simmetrie interne, largamente impiegate nella classificazione delle varie famiglie di particelle e nell'analisi delle loro interazioni. Le simmetrie globali sono quelle basate su trasformazioni, nello spazio ordinario o nello spazio interno, che sono le stesse per tutti i punti dello spaziotempo, in contrapposizione alle simmetrie locali, basate su trasformazioni i cui parametri dipendono dalle coordinate spaziotemporali e sono quindi diversi da punto a punto. Infine si parla di rottura spontanea della simmetria quando la simmetria delle equazioni dinamiche non è rispettata dallo stato fondamentale, lo stato di vuoto: questo meccanismo è alla base del modello standard delle interazioni elettrodeboli.

SIMULTANEITA'
Termine comunemente usato con riferimento, in particolare, all'importanza che la definizione della simultaneità tra due eventi distanti ha assunto nella teoria della relatività; più precisamente, secondo Einstein, due eventi distanti sono da considerarsi simultanei in un determinato sistema di riferimento se due segnali luminosi, partenti da ciascuno di essi nell'istante in cui essi si verificano, giungono nello stesso istante nel punto posto a distanza intermedia tra essi. Ne segue la relatività della simultaneità, in base alla quale la simultaneità di due eventi distanti dipende dal sistema di riferimento in cui questi eventi vengono osservati.

SINCROCICLOTRONE
Macchina acceleratrice di particelle cariche (protoni, deutoni, particelle alfa), detta anche ciclosincrotrone, che utilizza un campo magnetico costante, come il ciclotrone, ma a differenza di questo permette, attraverso la variazione della frequenza della tensione acceleratrice, di mantenere sincronizzate con questa anche particelle relativistiche; a causa di tale variazione il ciclo di accelerazione non può essere continuo, ma deve seguire un pacchetto di particelle fino alla massima energia per poi ricominciare con un nuovo pacchetto: il sincrociclotrone è quindi una macchina a funzionamento impulsivo.

SINCROTRONE
Macchina acceleratrice circolare di particelle cariche, nella quale, oltre alla modulazione della frequenza della tensione acceleratrice, tipica del sincrociclotrone, viene variato, in sincronismo con la variazione della quantità di moto delle particelle, il campo magnetico dipolare che mantiene l'orbita circolare delle particelle: in questo modo il raggio dell'orbita è mantenuto costante, e il campo magnetico deve coprire solo l'anello, costituito da una camera a vuoto, nel quale circolano le particelle; anziché un unico magnete, come nei ciclotroni, si possono quindi utilizzare una serie di dipoli magnetici allineati lungo l'orbita delle particelle: con questa disposizione si realizzano acceleratori con una circonferenza di parecchi chilometri. A seconda delle particelle accelerate, si distinguono protosincrotroni, che accelerano protoni le cui energie massime sono limitate solo dalle dimensioni fisiche dell'acceleratore, e elettrosincrotroni, che accelerano elettroni le cui energie massime sono limitate a qualche centinaio di GeV dalla perdita di energia dovuta alla radiazione di sincrotrone, ossia all'emissione di radiazione elettromagnetica da parte della particella carica accelerata, enormemente maggiore nel caso degli elettroni a causa della loro piccola massa; gli intensi flussi di fotoni dovuti a tale radiazione possono essere a loro volta impiegati, in acceleratori appositamente progettati, per varie esperienze di struttura della materia, chimica, ecc: in questi casi la radiazione prodotta è detta anche luce di sincrotrone. Infine le oscillazioni di sincrotrone rappresentano le oscillazioni rispetto ai valori centrali di energia e di fase delle particelle accelerate in un sincrotrone.

SINGOLETTO
In spettroscopia, riga spettroscopica isolata, tale cioè che, anche se osservata con spettroscopi di altissimo potere risolutivo, si conserva singola senza scindersi in due o più componenti assai ravvicinate e quindi senza presentare alcuna struttura. Con significato estensivo, il termine è poi usato, in riferimento ad atomi o a particelle subatomiche, in contrapposizione a multipletto, per indicare uno stato non degenere, non costituente cioè una sovrapposizione di più stati in qualche modo separabili.

SLEPTONE
In fisica delle particelle, famiglia di particelle che comprende tutti i partner supersimmetrici dei leptoni, come per esempio il selettrone.


SMAGNETIZZAZIONE (ADIABATICA)
La smagnetizzazione adiabatica è un procedimento, detto anche raffreddamento magnetico, per ottenere temperature estremamente basse, consistente nel magnetizzare un sale paramagnetico isotermicamente a temperatura dell'ordine di 1 kelvin, e nello smagnetizzarlo poi adiabaticamente rimuovendo il campo magnetizzante con conseguente ulteriore raffreddamento della sostanza.

SOLITONE
Termine introdotto inizialmente (1965) per denominare l'onda solitaria nei canali e poi generalizzato per indicare una perturbazione spazialmente localizzata che si propaga senza attenuarsi, mantenendo un profilo peculiare, rappresentata da una soluzione particolare di un'equazione differenziale non lineare, l'equazione di Korteweg-de Vries o equazione KdV, dal nome dei due matematici olandesi che la formularono nel 1895. Oltre alla detta onda solitaria, altri fenomeni riconducibili ai solitoni sono analoghe onde che si formano nei maremoti, propagandosi inalterate per migliaia di chilometri, certe onde nei plasmi e alcuni modi di propagazione di impulsi luminosi in fibre ottiche.

SOTTOLIVELLO (ENERGETICO)
In fisica quantistica, il sottolivello energetico rappresenta ognuno degli stati energetici componenti uno stesso stato degenere di un sistema. I sottolivelli risultano osservabili soltanto rimuovendo la degenerazione: per esempio, in fisica atomica la separazione dei livelli con uguali numeri quantici principale e orbitale si ottiene applicando un campo magnetico al sistema.

SPALLAZIONE
In fisica nucleare, processo di frammentazione di un nucleo atomico in più parti (nuclidi di spallazione), provocato dalle collisioni con particelle veloci di grande energia.

SPAZIOTEMPO
Spazio quadridimensionale, detto anche continuo spazio-temporale o cronotopo, utilizzato nella teoria della relatività per rappresentare il mondo fisico sulla base delle tre dimensioni corrispondenti allo spazio ordinario e di una quarta corrispondente al tempo; tale estensione è resa necessaria dal fatto che nella teoria della relatività ristretta l'intervallo temporale tra due eventi distanti nello spazio non è una quantità assoluta, ma dipende dal sistema di riferimento spaziale in cui viene misurato: nelle trasformazioni tra sistemi di riferimento diversi, le coordinate temporali si trasformano anche in funzione delle coordinate spaziali, e viceversa (trasformazioni di Lorentz). La formalizzazione matematica del concetto di spazio-tempo prende il nome di spazio di Minkowski, dal matematico lituano Minkowski che l'ha introdotta.

SPAZIOTEMPORALE (INTERVALLO)
L'intervallo spaziotemporale rappresenta la distanza tra due eventi rappresentati da due punti dello spaziotempo: se la distanza spaziale tra i due eventi è maggiore del percorso che può compiere la luce nell'intervallo temporale che intercorre tra gli eventi, questi non possono avere tra loro una relazione di causa-effetto ed esiste un riferimento nel quale i due eventi avvengono nello stesso istante in punti spaziali diversi, per cui un tale intervallo si dice intervallo spaziotemporale di tipo spazio; se viceversa la distanza spaziale tra i due eventi è minore del percorso che può compiere la luce nell'intervallo temporale che intercorre tra gli eventi, allora il secondo evento può essere influenzato dal primo ed esiste un riferimento in cui i due eventi avvengono uno dopo l'altro nella stessa posizione spaziale, per cui un tale intervallo si dice intervallo spaziotemporale di tipo tempo.

SPIN
In fisica delle particelle elementari, il momento angolare intrinseco che è necessario attribuire a una particella, indipendentemente dal suo moto nello spazio, per interpretarne il comportamento sperimentale: tale momento di spin, o semplicemente spin, si compone con il momento della quantità di moto orbitale dando luogo al momento angolare totale. Il numero quantico di spin rappresenta il valore del momento di spin di una particella, espresso in unità h/2π, essendo h/2π la costante di Planck razionalizzata, che in meccanica quantistica rappresenta l'unità naturale dei momenti angolari. Può assumere soltanto valori interi oppure seminteri, determinando nei due casi l'appartenenza della particella cui si riferisce alla statistica di Bose-Einstein o, rispettivamente, a quella di Fermi-Dirac: le particelle di spin intero sono quindi dette bosoni, mentre quelle di spin semintero sono dette fermioni. Lo spin isotopico, o isospin, descrive una grandezza introdotta per contraddistinguere particelle, come il protone e il neutrone, che manifestano lo stesso comportamento rispetto all'interazione nucleare, hanno masse molto vicine, ma differiscono per il valore della carica elettrica; ciascuno di questi gruppi, multipletto di spin isotopico, può essere considerato come un'unica particella che può esistere in differenti stati di carica (per esempio, il protone e il neutrone possono essere visti come due stati di carica di un'unica particella detta nucleone). Lo spin isotopico ha una stretta analogia formale con lo spin ordinario, potendo essere considerato come un vettore rappresentato in un suo spazio, detto isospazio, nel quale gode di proprietà analoghe a quelle dello spin nello spazio ordinario.

SPINORE
Ente matematico atto a rappresentare rotazioni spaziali in spazi a più dimensioni; ha il carattere di un vettore complesso ed è usato in meccanica quantistica per rappresentare la funzione d'onda degli elettroni e delle altre particelle dotate di spin.

SPLITTING
In spettroscopia, e in generale in fisica, la separazione o la risoluzione di un multipletto nei suoi componenti.

SPOSTAMENTO
In spettroscopia lo spostamento delle righe spettrali descrive il fenomeno che si verifica in seguito a variazioni di lunghezza d'onda per effetto Doppler: per esempio lo spostamento verso il rosso (red shift), nello spettro della luce emessa da astri che s'allontanano dalla Terra.

SQUARK
In fisica delle particelle, ipotetica particella che rappresenta il partner supersimmetrico di spin zero del quark.

SQUID
In fisica, sigla di Superconducting QUantum Interference Device, «dispositivo interferenziale quantistico superconduttore», indica un dispositivo basato sull'effetto quantistico, denominato effetto Josephson), consistente nel passaggio in una giunzione di due superconduttori debolmente accoppiati di una debole corrente continua senza applicare una tensione (SQUID in corrente continua) o di una corrente alternata di ben precisa frequenza se si applica una tensione (SQUID in corrente alternata); le sue principali applicazioni sono basate sul fatto che esso costituisce un magnetometro di ineguagliabile sensibilità (dell'ordine di soltanto 10-14 tesla), per esempio per ricerche di magnetismo nell'ambito biologico.

STANDARD
In fisica delle particelle elementari, il modello standard delle interazioni elettrodeboli è una teoria unificata delle interazioni elettromagnetiche e deboli, basata sul meccanismo di rottura spontanea di una simmetria locale, che prevede l'esistenza dei bosoni intermedi.

STELLARATOR
In fisica, nome di un tipo di macchina a plasma per esperimenti sulla fusione nucleare, costituito da un recipiente toroidale su cui è posto un avvolgimento elicoidale percorso da corrente, che produce un campo magnetico la cui configurazione è tale da confinare il plasma in prossimità dell'asse del toro; con tale dispositivo si possono raggiungere temperature elettroniche dell'ordine di 106 K per un periodo dell'ordine di qualche millisecondo.

STRANEZZA
Il numero quantico di stranezza, detto anche, più brevemente, stranezza (indicato con la lettera S), è il numero quantico introdotto per giustificare il comportamento delle particelle strane, che possono essere prodotte in coppia nelle interazioni forti ma hanno una vita media estremamente lunga, per cui il loro decadimento deve essere attribuito alle interazioni deboli: questa «stranezza» viene spiegata per l'appunto assumendo che nelle interazioni forti valga la legge di conservazione della stranezza, violata invece nelle interazioni deboli: nella produzione forte di una coppia di particelle strane devono quindi essere prodotte sempre una particella con stranezza positiva e una con stranezza negativa, in modo che la somma algebrica dei numeri quantici di stranezza rimanga inalterata.

STRAPPO (REAZIONE)
In fisica nucleare, reazione di strappo (o di strappamento) descrive una reazione in cui una parte della particella si unisce al nucleo bersaglio, mentre l'altra parte prosegue all'incirca lungo la direzione d'incidenza e con il moto originale.

STRATO
Lo strato elettronico è l'insieme degli elettroni di un atomo che hanno il medesimo numero quantico principale e che occupano intorno al nucleo atomico una ben definita regione stratiforme a guscio vagamente sferico: si chiama strato di valenza lo strato più esterno, formato da non più di 8 elettroni, in quanto ivi sono gli elettroni che determinano la valenza dell'atomo. Lo strato di sbarramento è, invece, un doppio strato costituito dalle cariche nucleari e da quelle elettroniche degli atomi dello strato superficiale di un conduttore, al quale si può, in prima approssimazione, ascrivere il fatto che gli elettroni di un conduttore restino normalmente confinati nel volume del conduttore medesimo.

STRINGA
Generalizzazione del concetto di particella, secondo la quale quest'ultima viene vista come una struttura lineare alle cui estremità sono un quark e un antiquark, che ricordano i poli, opposti, alle estremità di una sbarretta magnetizzata: come quando la sbarretta si spezza si formano due sbarrette magnetizzate, così se si spezza una stringa si forma una nuova coppia di quark e antiquark, e se si riaccostano queste due stringhe com'erano prima, questa coppia scompare; si potrebbe per tale via elaborare un modello di processi di formazione e di distruzione di particelle (il cosiddetto modello a stringhe). Invece la stringa, o corda, cosmica, è la denominazione di strutture materiali lineari che si pensa possano essersi originate durante fasi di transizione dell'evoluzione cosmica; a differenza delle omonime strutture riguardanti le particelle elementari e ricordate prima, si tratta di oggetti con dimensioni macroscopiche e con struttura non particellare, dalla rottura di una complessa rete delle quali si pensa che possano essersi costituiti i germi di formazione delle galassie e degli ammassi stellari.

SUPERCONDUTTORE
Elemento o sostanza che presenta superconduzione. In particolare il magnete superconduttore è un elettromagnete il cui campo magnetico, generato da una bobina superconduttrice mantenuta a temperatura inferiore alla temperatura critica di superconduzione da un impianto criogenico, non è limitato dal valore di saturazione proprio dei materiali ferromagnetici con cui sono realizzati i nuclei degli elettromagneti convenzionali. Sono sostanze superconduttrici, metalli, leghe e altri composti che, al di sotto di una certa temperatura, presentano resistenza elettrica nulla; tra le proprietà delle sostanze superconduttrici vi è quella di espellere completamente le linee di forza del campo magnetico (proprietà opposta a quella delle sostanze ferromagnetiche, così che per i superconduttori si parla di «sostanze diamagnetiche perfette»), per cui il campo magnetico all'interno di un superconduttore è sempre rigorosamente nullo (effetto Meissner) quando il campo esterno è inferiore a un valore critico.

SUPERCONDUZIONE
Particolare tipo di conduzione elettrica presentato da alcuni elementi metallici, alcuni composti e leghe, una volta che siano stati portati a una temperatura minore della temperatura critica di superconduzione (o temperatura di transizione di superconduzione), variabile da sostanza a sostanza (ma tipicamente molto bassa), caratterizzato dall'assenza di sensibili fenomeni dissipativi e quindi dalla circostanza che una corrente elettrica instauratasi in una di tali sostanze superconduttrici ha praticamente carattere permanente, cioè si manifesta pressoché costante in intensità, anche al cessare della causa che l'ha prodotta. La superconduzione trova larga applicazione nella generazione di campi magnetici elevati (attraverso magneti superconduttori), mentre altri possibili usi di tale fenomeno («levitazione magnetica», linee di trasmissione elettrica prive di dissipazione, ecc.) sono stati fortemente limitati dalla difficoltà di mantenere temperature prossime allo zero assoluto per grandi volumi di materia. Recentemente il fenomeno della superconduzione è stato osservato per temperature elevate (anche prossime alla temperatura ambiente) in particolari materiali ceramici (per i quali si parla di superconduzione ad alta temperatura), aprendo nuove prospettive all'applicazione del fenomeno su larga scala.

SUPERCORRENTE
La corrente elettrica permanente che può instaurarsi in un superconduttore o, in parte, in una giunzione tra due superconduttori.

SUPERELASTICO (URTO)
L'urto superelastico rappresenta un tipo di urto tra una particella e un sistema atomico eccitato in cui la particella acquista energia cinetica dal sistema e questo torna allo stato fondamentale.

SUPERFLUIDITA'
Particolare stato della fase liquida dell'elio a bassa temperatura, nota come elio II: tale fase esiste per temperature inferiori a 2.19 K alla pressione della tensione di vapore dell'elio liquido, e mostra nei confronti della fase normale (elio I) una assai minore viscosità e una grande conducibilità termica. Mentre la fase normale non è in grado di attraversare un setto poroso con fori molto piccoli, ciò risulta agevole alla fase superfluida, e mentre nella fase normale la trasmissione del calore avviene per conduzione, per la fase superfluida avviene per onde elastiche di tipo particolare; inoltre, la fase superfluida è in grado di salire lungo le pareti del recipiente in cui si trova, bagnandole con un film molto sottile.

SUPERFLUORESCENZA
Nella fisica delle radiazioni elettromagnetiche, emissione di radiazione non coerente la cui intensità sia proporzionale al quadrato del numero degli atomi del sistema emittente, decadendo poi in un tempo notevolmente inferiore a quello di una radiazione incoerente la cui intensità sia proporzionale al numero degli atomi del sistema; tale decadimento accelerato è favorito dalla correlazione delle radiazioni emesse dai singoli atomi del sistema, la quale non è imposta da una causa esterna, come nel caso della superradianza, ma è generata dalla radiazione emessa dal sistema stesso le cui dimensioni devono essere minori della lunghezza d'onda della radiazione emessa (da 10-4 cm a 10-5 cm per radiazioni dal visibile all'infrarosso).

SUPERMULTIPLETTO
Gruppo di stati quantici caratterizzati dal possedere almeno un numero quantico uguale.

SUPERPROTOSINCROTRONE
Sincrotrone capace di accelerare protoni sino a conferire loro energie particolarmente alte, dell'ordine delle centinaia di GeV.

SUPERRADIANZA
Nella fisica delle radiazioni elettromagnetiche, in particolare nella tecnica dei laser, emissione coerente di radiazione da parte di un sistema di atomi preventivamente eccitato per mezzo di una radiazione coerente; in tale fenomeno, la radiazione è caratterizzata dal fatto che la sua intensità di emissione è proporzionale al quadrato del numero degli atomi del sistema emittente e decade in un tempo molto più breve di quello di una radiazione coerente, in quanto la radiazione emessa dagli atomi eccitati coerentemente reagisce sugli atomi stessi correlandone, e quindi accelerandone, il decadimento.

SUPERSELEZIONE (REGOLE DI)
Sono dette regole di superselezione alcune regole di conservazione aventi carattere assoluto, quali la conservazione, in ogni tipo di interazione, del numero barionico (?) e del numero leptonico.

SUPERSIMMETRIA
In fisica delle particelle elementari, particolare simmetria volta a raccogliere in un unico supermultipletto particelle con spin diversi, che permetterebbe di semplificare l'attuale divisione delle particelle note in campi di materia (i fermioni, di spin semintero), campi di forza (i bosoni, di spin intero) e campi scalari (di spin nullo), incorporando in un'unica teoria la descrizione di tutte le interazioni fondamentali. Lo sviluppo coerente di una teoria supersimmetrica richiede però che ad ogni particella nota corrisponda un partner supersimmetrico che differisca da essa per il numero quantico di spin. Nessuna di tali particelle supersimmetriche è stata finora osservata.

T

TACHIONE
Termine introdotto per indicare una particella che possa muoversi soltanto con velocità superiore a quella della luce nel vuoto, e la cui esistenza, pur non risultando in contrasto con la teoria della relatività ristretta, non è stata ancora dimostrata sperimentalmente.

TAUONE
Particella carica instabile, di spin 1/2 e vita media dell'ordine di 10-15 s, appartenente alla famiglia dei leptoni (leptone t); poiché la sua massa è molto maggiore di quella degli altri leptoni (elettroni, muoni, ecc.) si chiama anche leptone pesante.

TENSORE (METRICO)
Nella relatività generale, il tensore metrico rappresenta il tensore che definisce le proprietà geometriche locali, ossia la metrica, dello spazio-tempo quadridimensionale.

TEVATRONE
Acceleratore capace di conferire a particelle energie dell'ordine dei teraelettronvolt, le maggiori ora realizzabili (1 TeV = 1012 eV).

TOP
In fisica delle particelle, uno dei sapori di quark, di carica elettrica pari a 2/3 di quella del protone, dotato del numero quantico di truth e di simbolo t, la cui esistenza, prevista teoricamente, è stata dimostrata nel 1994-95; è così chiamato in quanto associato in un doppietto al quark bottom.

TOPONIO
In fisica delle particelle, ipotetico sistema legato costituito da un quark top e da un antiquark top (oggi si sa che un tale sistema non esiste perché non ha il tempo di legarsi prima che il quark top decada).

TRANSIZIONE
In meccanica quantistica, il passaggio di un sistema (un atomo, una molecola, un nucleo, ecc.) da uno all'altro dei suoi stati quantici. Con probabilità di transizione s'intende la probabilità che avvenga una data transizione da uno stato iniziale a uno stato finale. Più in generale, nelle teorie dei processi stocastici, per un sistema soggetto a processi aleatorî che possa trovarsi in un insieme (finito o numerabile) di stati, è detta matrice di transizione la matrice quadrata (di ordine uguale al numero di stati, e quindi eventualmente infinito) nella quale vengono ordinate tutte le probabilità di transizione da uno all'altro dei possibili stati del sistema.

TRIPLETTO
In meccanica quantistica, insieme di tre stati di un sistema atomico o subatomico che differiscono tra loro per uno solo dei numeri quantici, quando questo può assumere tre soli valori distinti.

TUNNEL (EFFETTO)
L'effetto tunnel descrive un fenomeno, tipicamente quantistico, per cui una particella ha una probabilità diversa da zero di superare una barriera di potenziale anche quando la sua energia è minore del valore massimo della barriera di potenziale; su tale effetto si basa il funzionamento del diodo tunnel, nel quale la profondità della regione di carica spaziale intorno alla giunzione è estremamente ridotta a causa di un drogaggio molto elevato, per cui la conduzione ha luogo anche in condizioni di polarizzazione inversa (contrariamente a ciò che avviene in un normale diodo): la zona di funzionamento caratteristica del diodo tunnel è quella per piccole polarizzazioni dirette (fino a qualche centinaio di millivolt) dove la conduttanza dinamica varia rapidamente, assumendo anche valori negativi. Il microscopio a effetto tunnel è un microscopio ad altissimo fattore di ingrandimento (anche superiore a quello del microscopio elettronico) basato sul fatto che tra due conduttori, se molto vicini, passa per effetto tunnel una corrente elettrica anche in assenza di contatto; nel microscopio, una punta molto acuta esegue uno scanning del campione essendo mantenuta alla distanza suddetta da un dispositivo di regolazione che retroagisce sulla punta ad ogni minima variazione di corrente: l'apparato è così sensibile che un calcolatore elettronico legge e visualizza su uno schermo spostamenti della punta dell'ordine delle dimensioni atomiche.

U – V – Z

ULTRARELATIVISTICO (MOTO)
Moto di una particella la cui velocità è prossima a quella della luce nel vuoto (limite che non può essere mai raggiunto da particelle dotate di massa in base alla teoria della relatività ristretta) e può essere posta uguale ad essa nei calcoli pratici, con grande semplificazione delle formule.

UNIFICAZIONE
In fisica dei campi, l'identificazione di interazioni diverse nell'ambito delle teorie unificate, come l'unificazione elettrodebole e le teorie di grande unificazione, o teorie «grandunificate», tentativi di ridurre tutte le interazioni, inclusa la gravitazione, a un unico principio.

UP
In fisica delle particelle, uno dei sapori di quark, di simbolo u.

URTO
Gli urti tra particelle microscopiche sono solitamente studiati inviando un fascio di particelle contro un bersaglio macroscopico, e vengono quantificati attraverso la sezione d'urto totale, indicata con la lettera σ e definita come σ = pV/dN, dove p è la probabilità che una singola particella del fascio interagisca con il bersaglio, V è il volume del bersaglio, d è lo spessore del bersaglio (che deve essere sufficientemente sottile affinché la probabilità p sia molto minore di 1) e N è il numero di particelle contenute in esso (la sezione d'urto ha quindi le dimensioni di una superficie). Si distingue tra sezione d'urto inclusiva o esclusiva a seconda che la probabilità sia relativa a tutti o solo ad alcuni tipi di interazione (per esempio quelli che producono un certo stato finale). E' detta sezione d'urto differenziale la derivata della sezione d'urto totale rispetto a una qualunque variabile cinematica dello stato finale.

VUOTO
Nel secolo 19° le difficoltà connesse alla concezione dell'azione a distanza, sintetizzate nella massima «un corpo non può agire dove non è», e la scoperta del carattere ondulatorio della radiazione portano alla postulazione dell'etere come ente materiale esteso in tutto lo spazio «altrimenti vuoto» e quindi alle teorie basate sul concetto di campo (elettromagnetico, gravitazionale) in base alle quali, a rigore, non esiste una zona di spazio totalmente priva di qualsiasi forma di energia. Nel secolo 20° Einstein elabora un programma teorico, basato sulle teorie della relatività speciale e generale, tendente a ricondurre i campi a semplici alterazioni delle proprietà geometriche dello spazio vuoto, mentre nella elettrodinamica quantistica, secondo la teoria del fisico inglese Dirac, lo spazio vuoto è sempre densamente popolato di stati di particelle con energia negativa, fisicamente non osservabili, che possono essere però eccitati da un campo elettromagnetico in stati di energia positiva, dando luogo alla materializzazione di un fotone in una coppia di particella e antiparticella. Con lo stesso meccanismo il campo elettromagnetico generato da una particella carica nel vuoto produce una serie di coppie di particelle virtuali con cariche di segno opposto che, pur essendo immediatamente riassorbite, modificano il campo originario, dando luogo a una correzione effettivamente misurabile detta polarizzazione del vuoto (sotto lo stesso nome vanno fenomeni simili che si manifestano nelle altre interazioni fondamentali).

ZERO (ENERGIA DI PUNTO)
In fisica quantistica, l'energia di punto zero, o a temperatura zero, è la denominazione introdotta dal fisico tedesco Planck per indicare l'energia dello stato fondamentale di ogni sistema quantistico.

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