TEORIA
L'intensità della corrente elettrica che fluisce in un conduttore è
direttamente proporzionale alla differenza
di potenziale, d.d.p.,
che esiste ai suoi estremi (prima
legge di Ohm): ΔV = Ri.
La costante di proporzionalità tra intensità di corrente e d.d.p.
rappresenta la resistenza del
conduttore. Essa si misura in ohm. La
resistenza di un conduttore dipende dalle caratteristiche geometriche,
lunghezza e sezione, e fisiche, struttura del reticolo cristallino, del
conduttore (seconda legge di Ohm): R =
ρl/S, nonché dalla sua
temperatura.
La resistenza totale di un sistema di conduttori in serie si ottiene sommando le resistenze dei
singoli conduttori, Rtot =
R1 + R2 + ... + RN. La resistenza
totale di un sistema di conduttori in
parallelo si ottiene calcolando il reciproco della somma dei reciproci
delle resistenze dei singoli conduttori: 1/Rtot
= 1/R1 + 1/R2 + ... + 1/RN.
Quando una corrente elettrica fluisce in un conduttore per un certo tempo,
produce, a causa della resistenza offerta al moto elettronico dalla struttura
reticolare del conduttore stesso, una quantità di calore proporzionale alla
resistenza del conduttore, al quadrato dell'intensità della corrente che
fluisce in esso ed alla durata del flusso, Q = i2RΔt (effetto Joule).
Si definisce forza elettromotrice,
f.e.m., di un generatore, il rapporto tra la potenza erogata dal
generatore e la corrente che esso mette in circolazione; la f.e.m. corrisponde
alla d.d.p. misurabile tra gli estremi del generatore a circuito aperto.
In un circuito, costituito da un generatore dotato di resistenza interna e
da una resistenza esterna, la forza elettromotrice del generatore è uguale alla
caduta di tensione sulla resistenza interna del generatore e sulla resistenza
esterna del circuito. Ancora, la potenza erogata dal generatore è uguale alla
potenza assorbita dalla resistenza interna del generatore e dalla resistenza
esterna del circuito.
Per la conservazione della carica,
se un filo si divide o se più fili si uniscono, si ha che, in un circuito a regime stazionario, la somma delle
correnti entranti in un punto, detto nodo,
è pari alla somma delle correnti uscenti (legge dei nodi o prima legge di Kirchhoff). Nel contempo, lungo
un percorso di una corrente, detto maglia,
fissato un verso di percorrenza, la somma algebrica delle forze elettromotrici
è pari alla somma delle cadute di potenziale nelle resistenze (legge delle maglie o seconda legge di Kirchhoff).
I misuratori di corrente vengono detti amperometri e i misuratori di d.d.p. vengono detti voltmetri. I primi devono avere una bassa resistenza interna e devono
essere inseriti in serie al
ramo di cui si vuole determinare l'intensità della corrente che passa. I
secondi devono presentare un'alta resistenza interna e devono essere inseriti
in parallelo ai punti tra i quali si vuole determinare la d.d.p.
Il ponte di Wheatstone è un
apparecchio per misurare resistenze elettriche ed è costituito da quattro
resistenze disposte in modo opportuno. Di queste, una è quella incognita, una
seconda è variabile e le altre due stanno in rapporto costante tra di loro. La
misura della resistenza incognita richiede l’operazione d'equilibratura (o
bilanciamento) del ponte.
PROBLEMI
Problema n. 1
Agli estremi di un conduttore di rame, di lunghezza
l = 10 m e di raggio r = 0.5 cm, è applicata una ddp V = 0.22 V. Sapendo che la
resistività del rame vale ρ = 1.72·10-8 Ωm, determinare la
resistenza del conduttore ed il numero di cariche entranti ed uscenti nel
conduttore in t = 10 minuti.
Soluzione
Seconda legge di Ohm:
R = ρl/S,
ma:
S = πr2,
quindi:
R = ρl/πr2 = 2.2·10-3 Ω;
intensità di corrente:
i = V/R = 100 A,
perciò la carica totale che attraversa il
conduttore in 10 min vale:
Q = it = 6·104 C,
allora il numero di cariche è:
Ne = Q/e = 3.75·1023 e-.
Problema n. 2
Si collegano insieme, uno dopo l'altro, un filo di
rame, ρCu = 1.72·10-8 Ωm, ed uno di ferro, ρFe
= 10-7 Ωm, di uguale lunghezza l = 10 m e diametro d = 2 mm. Agli
estremi del filo bimetallico si applica una ddp V = 5 V. Calcolare l'intensità
della corrente circolante nel conduttore complessivo e la caduta di tensione ai
capi di ciascun filo.
Soluzione
I due conduttori uniti costituiscono un sistema con
due resistenze in serie:
RCu
= ρCul/S = 4ρCul/πd2 = 0.055 Ω,
RFe
= ρFel/S = 4ρFel/πd2 = 0.318 Ω,
quindi:
V = Ri = (RCu + RFe),
allora:
i = V/R = 13.4 A;
la caduta di tensione ai capi di ciascun filo è per
la 1^ legge di Ohm:
VCu = RCui = 0.73 V,
VFe = RFei = 4.27 V.
Problema n. 3
Una ddp V = 0.085 V è applicata per t = 180 s ai
capi di un filo, di sezione S = 0.2 cm2, di lunghezza l = 10 m e di
resistività ρ = 1.7·10-8 Ωm. Calcolare la carica e il numero di
elettroni che, in questo tempo, attraversano ogni sezione della resistenza.
Soluzione
Seconda legge di Ohm:
R = ρl/S = 8.5·10-3 Ω;
prima legge di Ohm:
i = V/R = 10 A,
quindi: Q = it = 1800 C,
cioè:
Ne Q/e = 1.125·1022 e-.
Problema n. 4
Si vogliono portare m = 50 litri d'acqua, contenuti
in uno scaldabagno elettrico praticamente isolato, da T1 = 20 °C a T2
= 80 °C. La resistenza dello scaldabagno è R = 100 Ω ed è costituita da un
materiale il cui coefficiente di temperatura è trascurabile. Calcolare la ddp
che il generatore deve essere in grado di mantenere ai capi della resistenza
dello scaldabagno perché il riscaldamento venga completato in t = 2 ore.
Soluzione
Quantità di calore da fornire all'acqua:
Q = mcΔT = mc(T2 - T1) = 3000
kcal = 1.254·107 J;
ora è, per effetto Joule:
Q = i2Rt,
quindi:
i = (mcΔT/Rt)1/2 = 4.17 A;
in definitiva, per la 1^ legge di Ohm:
V = iR = 417 V.
Problema n. 5
Uno scaldabagno elettrico da m = 80 l impiega una
potenza W = 1000 W con una tensione V = 160 v. Si desidera utilizzarlo con una
tensione V' = 220 V, a parità di potenza. Calcolare come va modificata la sua
resistenza. Tenendo conto che il rendimento dello scaldabagno è η = 0.8,
calcolare quanto tempo sarà necessario per portare la temperatura dell'acqua da
T1 = 15 °C a T2 = 65 °C.
Soluzione
Effetto Joule:
Q = i2RΔt,
prima legge di Ohm:
V = IR,
quindi:
W = Q/Δt = i2R = Vi = V2/R,
allora:
R = V2/W = 25.6 Ω,
R' = V'2/W = 48.4 Ω;
quantità di calore necessaria:
0.8Wt = mc(T2 - T1),
perciò:
t
= mc(T2 - T1)/0.8W = 20900 s = 5 h 48 min 20 s.
Problema n. 6
Un fornello da W = 400 W e V = 160 V viene usato
per far bollire m = 1 l d'acqua inizialmente alla temperatura T1 =
15 °C. Tenendo conto del calore ceduto al metallo che contiene il liquido e di
quello scambiato con l'aria circostante, si può dire che il rendimento
dell'operazione è η = 0.6. Calcolare dopo quanto tempo l'acqua bolle e la
resistenza del fornello.
Soluzione
Quantità di calore necessaria perché l'acqua bolla:
Q = mc(T2 - T1) = 0.6Wt,
quindi:
t
= mc(T2 - T1)/0.6W = 1480 s = 24 min 40 s;
infine da:
W = i2R = Vi = V2/R,
si ottiene:
R = V2/W = 64 Ω.
Problema n. 7
Calcolare la resistenza equivalente del ramo di
circuito raffigurato, sapendo che R1 = 13 Ω, R2 = 10 Ω, R3
= 20 Ω, R4 = 15 Ω, R5 = 7 Ω. Se il circuito fosse chiuso
e fosse fornita una forza elettromotrice (fem) V = 15 V, determinare quale
sarebbe il valore della corrente che circola nel circuito.
Soluzione
Resistenze in serie:
Rs = R2 + R3,
resistenze in parallelo:
1/Rp = 1/Rs + 1/R4,
quindi:
Rp = RsR4/(RS
+ R4) = (R2 + R3)R4/(R2
+ R3 + R4);
ora è:
Rtot = R1 + Rp + R5
= R1 + (R2 + R3)R4/(R2 +
R3 + R4) + R5 = 30 Ω;
per la 1^ legge di Ohm, si ha infine:
V = Rtoti,
cioè:
i = V/Rtot = 0.5 A.
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