TEORIA
L'ottica geometrica studia il
comportamento della radiazione ottica indipendentemente dalla sua natura
ondulatoria, ma assumendo come ipotesi base la propagazione rettilinea del
raggio luminoso.
Valgono per l'ottica
geometrica sia la legge della riflessione che quella della rifrazione.
Una superficie riflettente
può dare luogo ad immagini reali o virtuali. Le prime sono definite
dall'incontro di raggi reali, le seconde sono definite dall'incontro dei
prolungamenti dei raggi reali. Uno specchio piano forma, di un oggetto,
un'immagine virtuale posta, rispetto allo specchio, dalla parte opposta e ad
una distanza uguale a quella che separa l'oggetto dallo specchio.
Uno specchio sferico si dice
concavo o convesso quando tale è la superficie riflettente. Il fuoco di uno
specchio concavo è quel punto ideale dell'asse ottico dello specchio nel quale
convergono tutti i raggi di un fascio che incide sullo specchio parallelamente
all'asse ottico. Nel caso di specchi convessi, il fuoco è definito dal
prolungamento di raggi reali riflessi: è cioè un fuoco virtuale. Conoscendo la
posizione del fuoco di uno specchio sferico, è possibile costruire,
geometricamente, la posizione che lo specchio fornisce di qualunque oggetto.
La localizzazione delle
immagini può essere fatta, in uno specchio sferico, matematicamente, mediante
la formula dei punti coniugati, che lega fra loro la distanza dell'oggetto,
dell'immagine e del fuoco dal vertice dello specchio.
L'ingrandimento lineare di
uno specchio sferico è individuato dal rapporto tra la distanza dell'immagine e
quella dell'oggetto dal vertice dello specchio.
Una sostanza foggiata a
prisma rettangolare, utilizzata opportunamente, è in grado di separare le
componenti monocromatiche di un fascio di luce policromatica. Tale proprietà
viene utilizzata negli spettroscopi.
Si definisce diottro sferico
un sistema ottico costituito da due mezzi aventi diverso indice di rifrazione,
separati da una superficie sferica. Quando un diottro sferico, di piccola
apertura angolare, è investito da un fascio di raggi di piccola apertura,
proveniente da un punto oggetto, di questo punto il diottro forma un unico
punto immagine, reale o virtuale a seconda della posizione dell’oggetto
rispetto al vertice del diottro. La posizione del punto oggetto è legata a
quella del punto immagine da una relazione matematica implicante le
caratteristiche geometriche, il raggio di curvatura, e fisiche, l’indice di
rifrazione, del diottro e del mezzo in cui è posto.
Una regione di spazio,
delimitata da due superfici di cui almeno una sferica, costituisce una lente.
Tale sistema ottico è caratterizzato dalla posizione di due punti particolari
detti fuochi. Il fuoco di una lente convergente è definito dal punto in cui
convergono, dopo la rifrazione attraverso la lente, i raggi di un fascio
parallelo all’asse ottico. Il fuoco di una lente divergente è invece definito
dal punto in cui convergono i prolungamenti dei raggi di un fascio parallelo
all’asse ottico che, dopo rifrazione attraverso la lente, diverge.
Anche per la lente è
possibile scrivere una formula che lega le distanze del punto oggetto, del
punto immagine e del fuoco dal vertice della lente. Si può dimostrare inoltre
che l’ingrandimento lineare di una lente è individuato dal rapporto tra la
distanza dell’immagine e quella dell’oggetto dal suo vertice.
Quando una lente è di grande
apertura angolare e quando i fasci incidenti su di essa sono molto aperti,
ovvero discosti dall’asse ottico principale, si producono dei fenomeni di aberrazione
dovuti al diverso angolo con il quale sono rifratti i raggi che incidono sulla
lente con angolature differenti (aberrazione di sfericità). Quando la
radiazione incidente su una lente è policromatica, la dipendenza dell’indice di
rifrazione della lente dalla frequenza della radiazione, produce una diversa
rifrazione dei raggi in conseguenza della quale, di un punto oggetto si formano
più immagini, una per ciascuna radiazione (aberrazione cromatica).
Quando si vogliono osservare
oggetti molto piccoli e vicini, o molto grandi e lontani, si utilizzano gli
strumenti ottici. Il microscopio composto è un sistema ottico essenzialmente
costituito da una lente obiettivo di piccola distanza focale, che forma,
dell’oggetto, un’immagine reale in prossimità dell’oculare. Di questa l’oculare
forma una seconda immagine, virtuale ed ingrandita, alla distanza della visione
distinta. Il telescopio è un sistema ottico costituito essenzialmente da un
obiettivo di grande distanza focale e da un oculare che può essere convergente
o divergente. Compito del telescopio è quello di produrre un ingrandimento
angolare degli oggetti.
L’occhio è l’organo della
vista incaricato di ricevere gli impulsi elettromagnetici emessi dai corpi
circostanti e di trasmetterli al cervello. Dal punto di vista fisico esso è
schematizzabile come una lente diaframmabile, a fuoco variabile, cristallino,
diottri costituiti dall’umor vitreo e dall’umor acqueo, che focalizza le
immagini degli oggetti esterni su uno schermo, la retina, posto a distanza
fissa da essa.
Una proprietà fondamentale di
uno strumento ottico è il suo potere risolutivo, cioè la sua capacità di
separare le immagini, che esso fornisce, di oggetti molto vicini. Tali immagini
infatti sono in realtà figure di diffrazione prodotte dall’apertura costituita
dall’obiettivo degli strumenti.
PROBLEMI
Problema n. 1
Uno
specchio concavo ha raggio di curvatura R = 1 m. Una freccia luminosa è posta,
in tempi successivi, a p = 2 m, p = 1 m, p = 0.75 m, p = 0.5 m, p = 0.25 m dal
suo vertice. Calcolare la posizione dell'immagine nei cinque casi. Determinare
inoltre, nelle diverse posizioni, la dimensione lineare dell'immagine fornita
dallo specchio, supponendo che la freccia oggetto sia alta h = 2 cm.
Soluzione
Formula dei
punti coniugati per specchi concavi:
1/p + 1/q =
1/f = 2/R,
con q
posizione immagine e f distanza del fuoco dal vertice dello specchio;
q = pR/(2p
- R),
per p = 2 m
(oggetto oltre il centro),
q = 0.66
m (immagine tra fuoco e centro),
per p = 1 m
(oggetto posto sul centro),
q = 1 m,
(immagine nel centro),
per p =
0.75 m (oggetto tra fuoco e centro),
q = 1.5
m, (immagine oltre il centro)
per p = 0.5
m, (oggetto posto nel fuoco)
q = ∞,
(immagine all'infinito),
per p =
0.25 m (oggetto posto tra fuoco e vertice),
q = -0.5
m (immagine oltre lo specchio, segno negativo);
ingrandimento
in uno specchio concavo:
I = q/p =
R/(2p - R)
e
h' = Ih = qh/p = hR/(2p - R),
quindi per
p = 2 m, q = 0.66 m, si ha:
I = 0.33,
h' = 0.66 cm (immagine rimpicciolita e capovolta),
per p = q =
1 m,
I = 1,
h' = 2 cm (immagine uguale e capovolta),
per p =
0.75 m, q = 1.5 m,
I = 2,
h' = 4 cm (immagine ingrandita e capovolta),
per p = 0.5 m, q = ∞,
I = ∞,
h' = ∞ cm (immagine ingrandita e capovolta),
per p =
0.25 m, q = -0.5 m,
I = -2,
|h'| = 4 cm (immagine ingrandita e diritta).
Problema n. 2
Una freccia
luminosa oggetto, alta h = 2 cm, è disposta perpendicolarmente all'asse ottico
di uno specchio convesso, con un estremo su di esso. La freccia è situata a p =
2 m dal vertice dello specchio e il raggio di questo è R = 1 m. Calcolare la
distanza dell'immagine dal vertice dello specchio e l'ingrandimento.
Soluzione
Formula dei
punti coniugati per specchi convessi:
1/p + 1/q =
-1/f = -2/R,
quindi:
q = -pR/(2p
+ R) = -0.4 m (immagine posta tra fuoco virtuale e vertice);
ingrandimento
in uno specchio convesso:
I = q/p =
-R/(2p + R) = -0.2 (immagine diritta e rimpicciolita),
h' =|Ih| =
hR/(2p + R) = 0.4 cm.
Problema n. 3
Una piscina
contiene acqua per una profondità misurata h = 2 m. Calcolare a quale distanza,
dal pelo libero dell'acqua, un osservatore localizza il fondo della piscina a
lui immediatamente sottostante (naria = 1, nacqua =
1.33).
Soluzione
Distanza
immagine/distanza oggetto = naria/nacqua:
h'/h = naria/nacqua,
quindi:
h' = hnaria/nacqua
= 1.504 m.
Problema n. 4
Una boccia
di vetro (n = 1.5), di raggio R = 20 cm, contiene una sferetta metallica, di
raggio trascurabile, a p = 10 cm da un punto C della sua superficie. Calcolare
a quale distanza viene localizzata la sferetta da un osservatore, esterno alla
boccia di vetro, che osserva la sferetta secondo la direzione sferetta-punto C.
Soluzione
Formula del
diottro sferico:
n/p + n'/q
= (n' - n)/R,
ove n', in
questo caso (aria), vale 1 ed R segno negativo per la concavità del diottro,
q =
n'pR/[(n' - n)p - nR] = -0.08 m = -8 cm (immagine dalla stessa parte
dell'oggetto).
Problema n. 5
Una lente
convergente piano-convessa è realizzata con vetro d'indice di rifrazione n =
1.5. Il raggio di curvatura della sua superficie sferica è R = 50 cm. Calcolare
la sua distanza focale e la posizione dell'immagine di un punto luminoso, posto
sul suo asse ottico, alla distanza dal suo centro, rispettivamente di p = 3 m,
p = 1.5 m, p = 0.5 m.
Soluzione
Formula dei
punti coniugati per una lente convergente piano-convessa:
1/p + 1/q =
(n - 1)(1/r1 - 1/r2),
ma è anche:
1/f = 1/p +
1/q,
quindi:
1/f = (n -
1)(1/r1 - 1/r2),
essendo
piano convessa:
r1 = ∞,
r2
= -R,
allora:
f =
R/(n - 1) = 1 m;
inoltre:
q = fp/(p -
f),
per p = 3
m, q = 1.5 m,
per p = 1.5
m, q = 3 m,
per p = 0.5
m, q = -1 m (oggetto posto tra fuoco e lente ⇒ immagine reale).
Problema n. 6
Una lente
divergente biconcava è costituita da vetro d'indice di rifrazione assoluto 1.5.
Le superfici sferiche che la delimitano hanno raggio, rispettivamente, r1
= 50 cm e r2 = 75 cm. Calcolata la distanza focale, determinare la
dimensione lineare dell'immagine, data dalla lente, di una freccia luminosa,
alta h = 3 cm, disposta alla distanza p = 2 m dal vertice della lente.
Soluzione
Formula dei
punti coniugati per una lente:
1/p + 1/q =
(n - 1)(1/r1 - 1/r2),
ma è anche:
1/f = 1/p +
1/q,
quindi:
1/f = (n -
1)(1/r1 - 1/r2),
essendo
divergente biconcava (r1 negativo, r2 positivo):
f = (n -
1)r1r2/(r2 - r1) = -0.6 m = -60
cm (fuoco virtuale);
inoltre:
q = fp/(p -
f) = -0.46 m (oggetto e immagine dalla stessa parte);
infine:
I = q/p =
f/(p - f) = -0.23 (immagine virtuale e rimpicciolita),
h' = |Ih| =
|qh/p| = 0.69 cm.
Problema n. 7
Un
telescopio, il cui obiettivo ha un diametro d = 20 cm e una distanza focale f =
1.5 m, è puntato su due stelle molto vicine tra loro, visibili dal punto
d'osservazione, sotto un angolo α. Calcolare il minimo valore di α sotto il
quale possono essere viste distintamente le due stelle. Calcolare, inoltre,
l'ingrandimento che deve fornire l'oculare per sfruttare completamente il
potere risolutivo dello strumento.
Soluzione
Distanze
dei centri delle immagini delle due stelle fornite dall'obiettivo:
z = fα ≥
1.22(λ/d)f,
cioè:
α ≥
1.22λ/d,
ponendo λ =
5700 Å = 5.7·10-7 m (lunghezza media luce visibile), si ottiene:
α ≥ 3.477·10-6
rad = 0.717'':
poiché il
potere risolutivo dell'occhio è θ = 1', si ha:
I = θ/α = 84.
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